giovedì 6 ottobre 2016

NCAA: Duke ha le mani sul titolo

Coach K e Duke, razzia di talenti
Da Tatum a Giles, i migliori giovani nel college di Durham che punta al sesto titolo


di Giovanni Bocciero*

Coach Mike Krzyzewski è salito nuovamente sul gradino più alto del podio a Rio 2016, conducendo Team USA alla terza vittoria olimpica consecutiva dopo appunto quelle di Pechino 2008 e Londra 2012. Con questo successo l’allenatore membro della Naismith Hall of Fame dal 2001 si è anche messo definitivamente alle spalle l’avventura con la nazionale statunitense - il cui testimone passerà a Gregg Popovich - e così potrà concentrarsi unicamente a quello che è già il suo pensiero quotidiano: Duke. Coach K ed i Blue Devils inizieranno la stagione 2016/17 da favoriti numero uno per succedere a Villanova, ma soprattutto con l’obiettivo di appendere il sesto stendardo al soffitto del Cameron Indoor.
DOPO AVER PORTATO GLI USA AL TERZO ORO OLIMPICO, IL
TECNICO PIU' VINCENTE PENSA SOLO A DUKE
Questa valutazione è sostenuta a ragion veduta dagli addetti ai lavori del college basketball, nonostante l’addio prematuro di Brandon Ingram. La seconda scelta assoluta dell’ultimo NBA Draft, finito ai Los Angeles Lakers, ha fatto perdere un apporto da 17.3 punti e 6.8 rimbalzi all’ateneo sito nella città di Durham che, inoltre, ha salutato anche il laureato ed unico pivot di ruolo Marshall Plumlee (8.3 punti e 8.6 rimbalzi) ed il playmaker trasferitosi all’USC Derryck Thornton (7.1 punti e 2.6 assist). E allora come è possibile che Duke sia vista come la squadra da battere della nuova stagione? Ci sono diversi fattori che in qualche modo si integrano e si completano, come la presenza in roster del probabile player of the year, una squadra che potrà contare su una base solida di esperienza oltre che su di una rotazione piuttosto lunga, ed una recruiting class che a quelle latitudini fa venire subito in mente il trio Jones-Winslow-Okafor campione appena due anni fa.
Il ritorno all’università di Grayson Allen permetterà a Coach K di avere un leader dichiarato nello spogliatoio oltre ad un talento pazzesco che nella passata stagione ha prodotto 21.6 punti, 3.5 assist - primo in queste due graduatorie - e 4.6 rimbalzi. Pur andando sempre in doppia cifra nelle 36 partite disputate, tranne che nella gara contro Kentucky, spesso e volentieri le sue percentuali al tiro sono drasticamente calate soprattutto nei match clou con le varie Virginia, Notre Dame, Miami e nei derby con North Carolina. Deve dunque compiere un ulteriore e forse decisivo salto di qualità, anche dal punto di vista emotivo dato che in campo è autore di gesti poco piacevoli nei confronti degli avversari facendo trasparire una certa altezzosità piuttosto sgradita.
DUE RAGAZZI CAMPIONI DEL MONDO U17 E U19 E IL RITORNO DI
GRAYSON ALLEN PER UNA STAGIONE DA NUMERI UNO
Per quanto riguarda i freshman invece, a Durham ne sono atterrati ben quattro considerati tra i primi quindici liceali della classe. Il più atteso è l’ala-pivot Harry Giles, papabile prima scelta dell’NBA Draft 2017, che viene però da una stagione di inattività alla Oak Hill Academy dopo che per la seconda volta si è dovuto operare alle ginocchia. Proprio la prestanza fisica sarà un aspetto che lo staff dei Blue Devils dovrà valutare con molta attenzione, e non è escluso che il suo utilizzo possa essere altalenante e studiato a tavolino (si è appena operato di nuovo e resterà ai box per sei settimane rientrando a metà novembre, ndr). Come Giles anche l’ala piccola Jayson Tatum si è espresso ottimamente nelle nazionali giovanili statunitensi, vincendo insieme i Mondiali Under 17 ed Under 19, e rappresentando la crème de la crème insieme a Josh Jackson che giocherà per Kansas. Tatum, che ha convinto Giles ad accettare l’offerta di Duke, è un altro talento tanto atteso che però è troppo legato al pallone avendo fatto anche il play a Chaminade. E quindi dovrà sapersi calare al meglio nel nuovo scenario in cui va collocandosi, senza strafare anche se il volersi mettere in mostra sarà un’attenuante da considerare.
Tra le nuove leve figurano anche Jackson e Bolden. Il playmaker mormone Frank Jackson dopo aver verbalmente scelto di giocare per BYU è tornato sui suoi passi facendosi ingolosire dall’ambizioso progetto dei “dark blue” del North Carolina. Jackson è un grande realizzatore ma non un regista puro, il che potrà essere un difetto da non sottovalutare anche se insieme ad Allen - che potrà disimpegnarsi in questo ruolo - forma il backcourt più atletico ed esplosivo del campionato. Il centrone texano Marques Bolden riempirà invece il vuoto lasciato nell’area pitturata, ma se offensivamente è più che valido non lo si può dire anche difensivamente dove dimostra molta svogliatezza.
Per molti oltre ai su citati sarà fondamentale Matt Jones, giocatore sempre utile e che rappresenta l’autentica chiave del roster. Una pedina capace di portare sempre il proprio apporto, adesso con un tiro da tre e ora con un recupero difensivo. Un all-around che per certi versi si è dimostrato decisivo già nel titolo del 2015. Ragazzo per bene e che sta al suo posto, il classico sesto uomo fatto persona che all’occorrenza può anche partire in quintetto, rappresenta un collante non indifferente per Coach K. Della vecchia guardia farà parte anche Amile Jefferson, a cui è stata concessa la redshirt dopo l’infortunio che gli ha permesso di giocare soltanto nove partite nella passata stagione. Il nativo di Philadelphia porterà ulteriore sostanza e solidità, oltre all’ormai esperienza acquisita nei quattro anni in cui ha militato con Duke al pacchetto lunghi.
E non finisce qui, perché i Blue Devils hanno anche altri asset, per questo la rotazione è da considerarsi piuttosto lunga. Iniziamo da Luke Kennard, colui che ha il record di punti a livello di high school nell’Ohio. Al suo secondo anno sarà un’arma tattica da tener presente perché essendo un cecchino puro potrà aprire le scatole difensive degli avversari nelle giornate “no”. Ci si attende invece qualcosa in più da Chase Jeter, il quale arrivato da Las Vegas come un autentico prospetto lo scorso anno ha avuto una media di soli 7.8 minuti di utilizzo senza convincere. E dunque dovrà impegnarsi per dimostrare di non essere un bust. Infine vi sono il quinto freshman dell’estate, tale Javin DeLaurier, che da ESPN è considerato #44 della Top 100; e Justin Robinson, figlio di quel David colonna portante dei San Antonio Spurs, che dunque dovrebbero dare manforte al reparto delle torri.
"BANDITI" DAL CAMERON INDOOR TUTTI GLI SCOUT NBA
Da questa analisi si capisce in modo inequivocabile quanto gli addetti ai lavori abbiano ragione nel reputare Duke la favorita numero uno del campionato NCAA. A Durham ci sarà una vetrina davvero molto interessante da ammirare dove saranno esposti alcuni dei prodotti di maggiore spicco del college basketball. Ed ovviamente sarà alta la pressione dettata dal raggiungere il risultato pieno. Non a caso un tecnico saggio ed esperto come Krzyzewski ha incaricato l’area comunicazione dell’università di avvisare tutte le franchigie NBA che gli scout saranno “banditi” per tutta la stagione agli allenamenti dei Blue Devils. Le uniche eccezioni si avranno il 19 e 25 ottobre prossimi, in occasione dei pro days al Cameron Indoor, mentre le sole altre opportunità per visionare e soprattutto valutare i giocatori saranno appunto le partite. Spetta a Coach K trovare il giusto equilibrio in campo, ricordando che le grandi vittorie si costruiscono con tanta pazienza e passo dopo passo.



* per il mensile BASKET MAGAZINE

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